Variante 7112
Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico
10 Agosto 1943
I due soldati di fronte alla porta blindata non sanno a cosa stiano
veramente facendo la guardia. Sanno solo di aver ricevuto l’ordine di sparare a
chiunque provi ad entrare od uscire senza avere tutte le carte in regola per
farlo.
Si mettono sull’attenti all’arrivo di quello che, se non fosse per il
costume rosse e blu, sembrerebbe soltanto un adolescente. In effetti lo è, ma è
anche Bucky. Ed anche se gli dispiace non si tratti di Capitan America, gli
fanno il saluto militare.
-Devo vedere la prigioniera – inizia Bucky, cercando di trasmettere la
stessa autorità di Capitan America. Ci riesce discretamente, ma lui non è Capitan America.
-Mi dispiace, signore, il Generale ha ordinato che nessuno la contatti prima
del trasferimento di domani.
-Sapete che strani poteri ha quella ragazza? Devo essere sicuro che non
sia scappata in qualche modo.
-Spiacente, signore. Gli ordini sono...cos’è quello?
-Qualcosa che volevo provare da un po’.
Bucky mostra al soldato la mano destra, a cui è stato agganciato uno
strano dispositivo. Bucky preme due volte il pulsante sul palmo, ed il
lanciaragnatele tesse con incredibile velocità una strana rete che ostruisce la
canna della mitragliatrice del soldato.
Dieci secondi dopo, le due guardie sono a terra con il naso rotto e Bucky
li sta perquisendo per recuperare la chiave. Si ferma quando qualcosa inizia a
scardinare la porta, staccandola completamente dal muro. Dall’altra parte c’è
una sedicenne che scuote la testa.
-Ti avevo detto di restarne fuori. Non mi serve aiuto per evadere, lo
sai.
-E lasciare che una ragazza se ne andasse in giro da sola a quest’ora di
notte? Gli Scout mi caccerebbero fuori, se lo sapessero.
In risposta, May Parker lascia cadere a terra la porta blindata che stava
tenendo con una mano sola. A giudicare dal rumore, Bucky si sarebbe rotto la
schiena cercando di spostarla.
-Ripensandoci, forse è meglio non dirglielo. Ma scommetto che preferiresti
tornare in azione con i tuoi spara-tele ed il tuo costume, vero?
-A dire la verità, avevo in mente qualcosa di più...sottile – risponde
May, prendendo comunque in mano il costume da Spider-Girl.
-“Sottile” come scardinare una porta blindata a mani nude. Certo, perché
no; se devo rischiare la corte marziale, meglio farlo in grande stile.
MARVELIT presenta
Episodio 10 –
Esiliati
Parte 2: Prendere posizione
Di Fabio Furlanetto
Variante 13118
Atlantide
Kara Killgrave e
Carol Danvers entrano in una delle suite imperiali, sontuosa oltre ogni
descrizione. La servitrice atlantidea che le sta scortando indossa un casco
pieno d’acqua per riuscire a respirare, e si inchina ogni volta in cui il suo
sguardo incrocia quello delle due ospiti.
-L’Imperatore Namor
desidera porgervi le sue scuse più sincere, ma non riceviamo mai così tanti
ospiti di superficie nel palazzo reale; non abbiamo a disposizione una camera a
tenuta stagna per ogni visitatore, speriamo sarete sufficientemente comode.
-Non è la Casa
Bianca ma ci accontenteremo – scherza Carol Danvers; in realtà, il lusso che
sta osservando supera di parecchio qualsiasi cosa abbia visto in superficie.
Appena la servitrice
esce dalla stanza, Kara alias Persuasion nota:
-Hai visto il suo
sguardo? Quando la guardia le ha detto che siamo le compagne di viaggio di
Destino, credevo svenisse. Quella ragazza è terrorizzata da noi.
-Credo di sapere
dove siamo, Kara. Questa dev’essere la linea temporale nativa di Marrina...oh,
giusto, probabilmente non sai neanche chi è.
-Sono stata negli
Alpha Flight, so benissimo chi era
Marrina – risponde a tono Persuasion – Accidenti a Kristoff, lasciarci nelle
retrovie in questo modo...
-Non siamo
super-forti come le altre e siamo sul fondo dell’oceano, Ragazza Porpora...
-Persuasion.
-Quello che è. Se
uscissimo fuori da questa sezione speciale del palazzo, la pressione ci
schiaccerebbe. E poi i tuoi poteri non funzionano sott’acqua, giusto?
-Sì, sì. Ma tu sei
una civile, sei abituata a restare fuori dall’azione.
-Si vede che non mi
conosci. Comunque anche a me non piace che Kristoff abbia preso il comando in
quel modo...ultimamente ho incontrato troppi
Dottor Destino.
-Credo sia il
momento di investigare un po’ per conto nostro, Carol. Richiamiamo quella
servitrice: penso di poter far qualcosa con i miei poteri.
-Ma non funzionano
sott’acqua!
-Per questo voglio
portarla in questa camera stagna – sorride Persuasion.
Fuori dalla Sala del Trono
Carol Danvers
vorrebbe sbuffare, ma il respiratore che le permette di non affogare glielo
impedisce. Questa è un’altra Carol Danvers, che al momento indossa il costume
di Miss Marvel e che non ha idea di come sia finita in un pasticcio simile.
Solo il giorno prima
era nella propria casa di New York a scambiare quattro chiacchiere con la
Valchiria...in attesa della cena che suo marito stava preparando per
festeggiare la vittoria nello scontro con i Signori del Male.
L’istante
successivo, tutte e due si erano ritrovate in un’altra linea temporale in cima
al K2, insieme ad un sosia del Dottor Destino e a un’altra Carol Danvers. Ed
ora è ospite di una versione alternativa di Namor, in attesa che il dittatore
finisca di discutere con un ragazzino che ne sta interpretando un altro.
La cosa più assurda
è che questa non è la cosa più assurda che le sia mai capitata, anche se al
momento fatica a ricordarsene una peggiore.
Di fianco a lei, la
Valchiria prosegue la propria guardia. Non conosce bene questo Kristoff né i
suoi attuali alleati, né nessuno abbia incontrato in questa avventura con
l’eccezione di Miss Marvel. Tutto quello a cui sta pensando ora è come tornare
alla propria casa, e a quanto siano fastidiose e poco pratiche le lunghe trecce
quando si è sul fondo dell’oceano.
Sharon Ventura
(anche lei un tempo conosciuta come Miss Marvel) sta tentando di origliare la
conversazione che si svolge dietro le pesantissime porte, ma è un’impresa
disperata. Conosce Kristoff da molto, sono stati amici e compagni di squadra, e
dato il suo comportamento negli ultimi tempi questa situazione è tutt’altro che
ideale.
Dopotutto nella
mente di quel dodicenne si annidano tutte le conoscenze del Dottor Destino, ma
anche tutti i suoi desideri...compresa la conquista del mondo.
E la tentazione di
strappare questo pianeta all’attuale dittatore potrebbe essere troppo forte.
I pensieri delle tre
donne sono interrotte da un frastuono proveniente dall’esterno del palazzo
imperiale. Miss Marvel vola (per così dire) nella direzione da cui proviene il
rumore, mentre Sharon e la Valchiria la seguono meglio che possono: anche con
la loro forza considerevole, non è semplice correre sul fondo dell’oceano.
Miss Marvel
raggiunge le mura esterne, dove quello che sembra il cugino blu di Hulk si sta
preparando a polverizzare una donna dalla pelle verde.
Rilascia una scarica
energetica: è meno efficace sott’acqua, certo, ma anche a questa distanza
sarebbe sufficiente a stendere un elefante.
L’uomo si ferma, ma
non sembra che il raggio abbia avuto alcun effetto se non di sorprenderlo.
Approfittando della distrazione, la donna verde nuota verso l’alto per colpire
con un pugno la mascella del gigante.
L’onda d’urto
sottomarina è potentissima: in superficie, le finestre di un palazzo sarebbero
esplose. Il gigante barcolla, sputando un dente rotto.
-E’ questo il meglio
che puoi fare, principessina? Non mi sorprende che tua madre ti abbia
abbandonata, se sei così debole!
-Ti ho chiesto se
sai dove è mia madre – risponde la donna; Miss Marvel atterra a poca distanza
da lei, senza doversi più preoccupare di salvarle la vita: chiunque sia questa
She-Hulk sottomarina dev’essere incredibilmente forte. Ha appena identificato
il gigante come Attuma, un nemico pluridecennale di Namor. Non uno dei pesi
massimi, forse, ma anche Miss Marvel dovrebbe sudare per atterrarlo.
-Tua madre? Quella
feccia aliena? Deve aver capito che razza di depravato è tuo padre, per
averla...
-COSA!? – grida
istericamente la donna, saltando addosso ad Attuma ed iniziando a colpirlo
ripetutamente al volto.
Miss Marvel resta
pietrificata per qualche istante, riprendendosi quando vede del sangue blu
mescolarsi all’acqua attorno ai pugni della donna verde. Vola verso di lei ed
afferra il pugno per cercare di fermarla, ma è troppo tardi: la donna verde
colpisce Attuma con molta più forza di quanto Miss Marvel ne abbia per fermarla.
-Whoa! Signora, so
che quest’uomo non è una brava persona ma...
La donna verde
ringhia, mostrando aguzzi denti a zanna ed occhi troppo larghi ed alieni perché
questa sia una donna atlantidea. Estrae degli artigli dalla mano destra,
affondandoli nell’addome di Attuma che urla di dolore.
-Okay, adesso basta!
Time out! – replica Miss Marvel, rilasciando una scarica energetica a piena
potenza contro la donna...per ritrovarsela addosso come se nulla fosse
successo, facendosi colpire con una rabbia furiosa.
La donna si ferma
solamente quando la Valchiria le afferra entrambe le braccia, bloccandole
dietro la schiena; nonostante la sua forza divina, persino lei sta faticando.
-Carol...questa
immonda bestia degli abissi...ti ha fatto...del male?
Miss Marvel non
risponde: la donna verde le ha strappato il respiratore prima che potesse
prendere una boccata d’aria, così Carol reagisce alla prima fonte d’aria
respirabile che le viene in mente...volando verso l’alto, verso la superficie.
Sharon arriva solo
ora sul posto: la sua forza non è neanche lontanamente paragonabile a quella
della Valchiria, purtroppo. Tutto quello che può fare è osservare l’asgardiana
contenere sempre più a fatica una donna verde che si dimena come un animale in
gabbia.
Poi la donna si
piega in modo del tutto innaturale, afferrando la spada agganciata alla cintura
e sguainandola. La Valchiria non emette altro che un rapido gemito di dolore,
portando una mano all’addome.
-Hai versato il mio
sangue...nessun’arma forgiata su Midgard ne sarebbe capace.
-Io sono di
Atlantide – risponde la donna verde, facendo roteare la spada ed usandola per
recidere di netto la testa di Attuma.
-Principessa Fen,
figlia di Namor, Imperatore di Atlantide, sovrano dei sette mari e di tutto ciò
che vi è in mezzo. E strapperò il cuore alla prima di voi che oserà di nuovo
anche solo sfiorarmi.
La donna verde
rinfodera la spada, nuotando verso il palazzo imperiale impugnando la testa di
Attuma e lasciandosi dietro due donne molto perplesse.
-Perfetto. Non solo
Namor è il re del mondo, ha pure una figlia psicopatica – scuote la testa
Sharon.
-Stai lontana da
quella belva, Sharon. Qualunque sia il fuoco che brucia nella sua anima, quella
non era una minaccia. Era una promessa.
Sala del Trono
Kristoff Vernard ha
osservato la scena da una delle finestre della sala del trono, ingrandita dalle
lenti della sua maschera. Avrebbe voluto intervenire nello scontro per salvare
le sue compagne d’avventura, ma Namor è convinto che lui sia il Dottor Destino
e per il momento gli conviene proseguire la menzogna.
Inoltre, Attuma
sarebbe stato indegno del suo aiuto.
-Tua figlia è
diretta qui, Namor. E dubito avrà la pazienza di attendere la fine della nostra
conversazione.
-Prima o poi Fen
dovrà imparare che nemmeno la figlia del re del mondo ottiene sempre ciò che
vuole – risponde Namor – Attuma era un vassallo accettabile; progettava di
assassinarmi, certo, ma se facessi caso a certi dettagli avrei ucciso un ben
maggior numero di abitanti di superficie.
-L’ultima volta che
ci siamo incontrati non eri ancora padre, Namor, ma tua figlia è già una donna
adulta. Viaggio nel tempo? Forse l’origine aliena di sua madre...Marrina,
suppongo, dato il suo peculiare colorito. Ha i suoi stessi occhi.
-Come conosci
Marrina? – chiede Namor alzando un sopracciglio.
-Io sono Destino –
risponde Kristoff, dannandosi per la propria disattenzione – Ho visto cose che
voi atlantidei non immaginate, durante i miei viaggi, compresi molti esemplari
di razza Plodex.
-Hmmm – riflette
Namor, forse non troppo convinto – Fen ha tre anni e mezzo, ma ha raggiunto la
maturità fisica pochi giorni dopo la propria nascita: i Plodex neonati hanno la
capacità di assorbire rapidissimamente le caratteristiche genetiche di altri
individui. E a proposito della mia famiglia, Victor...pochi giorni fa, mia
moglie è scomparsa misteriosamente. Pochi giorni prima del tuo inatteso
ritorno. Mi chiedo...
-Se non sia stato io
a rapirla, per sfruttarla come sleale vantaggio? Siamo alleati, Namor, quindi
lascerò impunita questa insinuazione. Piuttosto dimmi, come hai conquistato
questo pianeta, dopo la mia scomparsa?
-Come avevi
previsto, il tuo dispositivo ha impedito che le macchine di Richards
ricacciassero il mio esercito nell’oceano. Con le loro armi nucleari ed i loro
sistemi elettronici bloccati dal tuo Neutralizzatore, la conquista è stata
rapida. Quello che non mi hai mai rivelato è...
Le porte della sala
del trono si spalancano con forza, ed una dozzina di nerborute guardie
atlantidee precipitano a terra. Fen avanza brandendo la testa di Attuma come
trofeo, agitandola e spargendo sangue blu in ogni direzione.
-Imperius Rex! I
nemici del Trono sono caduti!
-Vedo che oltre alle
tue orecchie, tua figlia ha ereditato l’amore per la propria voce – punge
Kristoff.
-La balena che dà
del grassone allo squalo – scuote la testa Namor.
Fen sguaina la
spada, puntandola alla maschera dell’armatura di Kristoff e mostrando i denti
minacciando:
-Frena la lingua,
figlio d’una piovra, o la taglierò io con immenso piacere.
Namor resta a bocca
aperta: sapeva che la propria figlia era impulsiva, non pensava però che
desiderasse la morte. Si prepara all’azione, mentre Kristoff si avvolge nel
mantello e cammina verso l’uscita.
-Destino non muove
guerra ai bambini. Ho molte faccende da sbrigare su questo mondo, Namor, quindi
dovrò terminare questa udienza...per ora.
Il re di Atlantide e
del mondo lo osserva uscire, sperando di incrociare il suo sguardo per
confermare i propri sospetti.
Fen ha appena
insultato sua madre...e Destino non le ha fatto nulla. Ancora più
incredibilmente, non sembra essere stato colpito personalmente dall’insulto.
-Qualcosa ti
disturba, padre? Non sei forse fiero della mia vittoria?
-Silenzio, bambina.
Devo radunare l’Esercito Imperiale di Atlantide, tutte le forze d’assalto
d’acqua, di terra e d’aria, nel più totale silenzio.
-Cosa? E per quale
motivo?
-Quello non può
essere il vero Dottor Destino – capisce Namor.
Palazzo Imperiale
Persuasion appoggia
una mano sulla spalla della servitrice atlantidea, ordinando:
-Dì alle guardie qui fuori che siamo sparite, e chiedi
loro di controllare. Poi torna nelle tue stanze e dormi.
La servitrice
obbedisce senza neanche dire una parola, muovendosi senza esitare. Carol
Danvers prova una strana sensazione, anche se il potere di Persuasion non era
diretto verso di lei.
-Non so se mi piace
il tuo potere...
-So cosa sto facendo
– risponde la ragazza dalla pelle porpora, mentre le guardie fanno irruzione.
Carol si prepara a stenderle corpo-a-corpo, ma la sua compagna di squadra ha
evidentemente idee diverse e dice:
-Fermi. Lasciate cadere le armi. Visto? Nessun
bisogno di rompere nasi o fare fatica.
-Con il tuo potere
non riuscirei mai a divertirmi. Pensi di poterli interrogare?
-Certo. Rispondete a qualsiasi domanda faccia questa donna.
Quando vuoi, Carol.
-Conoscete Marrina?
-Sì – rispondono
all’unisono i due atlantidei, senza aggiungere dettagli.
-Ci vuole un po’ di
esperienza, Carol. Diteci cosa sapete di
Marrina.
-E’ la regina di
Atlantide, sposa di Namor. E’ un’aliena. Spesso sogno di giacere con lei –
risponde una guardia.
-E’ sparita tre
giorni fa – aggiunge l’altra.
-Sparita come? Dove
è stata vista l’ultima volta? – incalza Carol.
-Nessuno lo sa.
Mentre teneva un discorso a Lemuria, prima che un abitante di superficie
apparisse al suo posto.
-Un abitante di
superficie. Chi era?
-Non lo so.
-Descrivilo.
-Pelle rosa. Capelli
biondi. Simbolo giallo sul petto e grossi bracciali dorati ai polsi, come
quelli.
L’atlantideo ha
indicato le Nega-Bande ai polsi di Carol, che solo ora realizza di non aver
provato ad usarle da quando è arrivata in questa linea temporale.
-Chiudi gli occhi –
suggerisce a Persuasion, prima di far toccare tra di loro le Nega-Bande.
C’è un potentissimo
lampo di luce. Quando sparisce, Carol Danvers non c’è più e di fronte a
Persuasion c’è Capitan Marvel...privo di sensi, a torso nudo; a giudicare dalle
sue ferite, è stato frustato ripetutamente.
Servono diversi
secondi prima che Persuasion realizzi veramente chi ha davanti...non lo ha mai
incontrato, ma quell’uomo è una vera e propria leggenda per molti dei
super-eroi con cui ha lavorato. Anche se a fatica, respira.
-Capitan Marvel? Svegliati. Parlami. Accidenti, o è ferito più seriamente di quel che sembra o è stato drogato. Perché Carol non torna indietro? Non mi piace come stanno andando le cose...
Con estrema cautela, Persuasion muove le braccia di Capitan Marvel portandole entrambe sul petto...e spingendo delicatamente una mano fino a quando le Nega-Bande si sfiorano.
Per quanto si sia preparata, la luce dello scambio è assolutamente insopportabile. Capisce che ha funzionato quando sente le mani di Carol scuoterla per le spalle.
-Kara, dobbiamo salvare Marv! Mi sono ritrovata incatenata in una specie di segreta...credo di aver capito cosa è successo!
-Allora spiega, mentre mi torna la vista...
-Non esagerare adesso, era solo un po’ di luce, neanche ti avesse colpito un fulmine. Comunque, credo che abbiano visto Marrina scomparire quando è stata reclutata negli Exiles; quando il Tallus ha cercato di mandarci a casa voleva farci tornare un secondo dopo la nostra scomparsa, ma come ha detto Kristoff ha mandato le persone sbagliate nella casa sbagliata. Gli atlantidei hanno visto sparire la loro regina e catturato Marv...e da quel che ho visto laggiù, hanno intenzione di giustiziarlo.
-Dov’è il problema? Tiriamolo fuori con quello scambio, no?
-Non è così semplice. Io e Marv ci scambiamo di posto quando le Nega-Bande si toccano, quindi se porto lui qui sarò io a restare intrappolata.
-D’accordo, andiamo a salvare Capitan Marvel. Come si arriva alle segrete?
-Non lo so –
rispondono all’unisono le due guardie.
-Si chiamano
“segrete” per un motivo – interviene la voce di Kristoff, facendo quasi venire
un infarto alle due donne.
-Da dove salti
fuori!? – urla Carol.
-Teletrasporto.
Dobbiamo salvare questo mondo; è colpa mia se Namor...è mia responsabilità
deporre Namor.
-E come pensi di
farlo? Se non lo hai notato, ha tutti gli eserciti del pianeta sotto il suo
comando – gli fa notare Persuasion.
-Destino lo ha
aiutato a conquistare il suo regno. Destino può fermarlo.
-Guarda che tu non sei Destino – sottolinea Carol, sempre
meno convinta della sanità mentale di Kristoff.
-Lo sono in ciò che
conta – risponde il ragazzo con una lucida follia negli occhi.
Oceano Atlantico
Miss Marvel emerge
dalle acque, respirando finalmente a pieni polmoni. Non ci si rende conto di
quanto siano veramente profonde le profondità degli abissi finché non ci si
deve fare tutta la risalita in apnea.
Tossisce
ripetutamente, cercando di volare via...e sbattendo contro qualcosa che non può
vedere. Precipita, ma tocca qualcosa di solido prima delle onde. Cerca di
tastare qualunque cosa ci sia sotto di lei, senza trovarne alcun bordo. Ben
presto si rende conto di essere prigioniera all’interno di qualcosa di cubico
ed invisibile.
-Okay, questo non me
lo aspettavo proprio...
-Qual è il tuo
rapporto con Namor? – chiede una voce femminile proveniente dall’aria, che Miss
Marvel riconosce.
-Susan? Sono io,
Car...Miss Marvel.
-Lo chiederò una
volta sola. Sei con Namor o contro di lui?
-A dire la verità al
momento sono con Destino.
-Risposta sbagliata.
Il cubo di forza
invisibile inizia a restringersi, rischiando di schiacciare Miss Marvel. Sa che
questa donna non è un’assassina, ma il cubo si restringe sempre di più...se non
fosse per i suoi poteri, sarebbe già stata stritolata a morte.
-Dov’è stato Destino
tutti questi anni? Ha intenzione di attaccare Namor e prendersi il regno?
-Sto finendo...l’aria...
-Bel trucco. Ci sono
dei fori nelle pareti invisibili, puoi respirare benissimo. Che ne dici, Nick?
Vale la pena farla prigioniera?
-Il suo DNA non è
completamente umano – risponde la voce roca di un uomo – Se sta con Destino,
potrebbe essere parte di un tentativo d’invasione. Uccidila.
-Nick Fury, giusto?
Sono Carol Danvers! Ci conosciamo!
-Forse è una Skrull
– dice la donna, ed il campo di forza si restringe rapidamente. Miss Marvel
cerca di resistere, ma la pressione è tremenda...una lotta con la
concentrazione con chi sta creando il campo di forza.
-Susan, ti prego!
Vengo da un’altra linea temporale, per salvare questo pianeta! Mi manda
Franklin!!!
-Franklin?
Il campo di forza
scompare, e Miss Marvel cade in acqua. Nick Fury estrae una pistola a raggi
mentre ritorna visibile, sparando ripetutamente dove crede che Miss Marvel si trovi...prima che quest’ultima esca
dall’acqua alle sue spalle, fermandosi a mezz’aria con le mani alzate.
-Non voglio farvi
del male – li rassicura, fissando un po’ troppo a lungo Fury: non è abituata a
vederlo senza la benda sull’occhio.
-Chi sarebbe
“Franklin”? – chiede la Ragazza Invisibile.
-Tuo figlio. Dal
futuro.
-Io non ho nessun
figlio...ma ho sempre pensato di chiamarlo Franklin, come mio padre. Nick, non
ne ho mai parlato nemmeno a Reed...
-D’accordo, torniamo
alla base. Ma la terrò d’occhio – sottolinea Fury.
La Ragazza
Invisibile si volta verso la Fantasticar che è appena tornata visibile.
-Ti porteremo dai
Vendicatori – suggerisce Susan – Ma non possiamo farti vedere dove si trova la
nostra base.
-Oh, non
importa...ero appena guarita da una gamba rotta, e credo di essermi rotta
qualcos’altro adesso...quindi credo proprio...che sverrò...
Un campo di forza
invisibile afferra Miss Marvel prima che ricada in acqua. Un secondo dopo, ad
occhio nudo non si può più vedere nulla di particolare sull’Atlantico.
Variante 7112
Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico
10 Agosto 1943
Anche se è notte
fonda, l’unica entrata del laboratorio è controllata da sei guardie ben armate.
Nessuno di questi soldati sa quale sia lo scopo del Progetto Manhattan, né che
questo sia il suo nome in codice. Tutto ciò che sanno è che nessuno,
assolutamente nessuno può entrare senza autorizzazione.
Altri due soldati si
avvicinano; anche se non fosse per l’ora tarda, il loro arrivo sarebbe sospetto
anche perché piuttosto evidentemente le loro uniformi non sono della misura
giusta.
-Fermi, questa è
un’area riservata – ordina una delle guardie, mentre i suoi cinque colleghi
puntano le armi verso i nuovi arrivati.
-Spero tu sappia
quello che fai – sussurra Bucky, prima di aggiungere con una voce più profonda
di quella che usa di solito – Ho un ordine del dottor Oppenheimer ed approvato
dal generale Groves per spostare l’alieno al laboratorio 5C.
-Non c’è nessun
“laboratorio 5C”. Mi faccia vedere quest’ordine.
La guardia si
avvicina, e Bucky finge di recuperare qualcosa dall’uniforme...per poi stendere
il soldato con un gancio destro, e gettarsi a terra. Camuffata nell’uniforme
rubata, Spider-Girl aspetta che il Senso di Ragno scatti prima di muovere un
solo muscolo.
Come si aspettava,
le cinque guardie fanno fuoco. O meglio, tre di loro fanno fuoco: i fucili di
due guardie sono stati bloccati da due ragnatele tessute un decimo di secondo
prima che potessero premere il grilletto.
Spider-Girl evita la
prima scarica aderendo al soffitto, rimbalzando poi sulla parete di destra per
evitare la seconda mentre la ragnatela blocca altre due guardie. Rimbalza più
volte con la velocità e l’agilità proporzionale di un ragno, stendendo le
guardie disarmate. Ne resta una.
-Ferma! Mani dietro
la testa! – ordina l’ultima guardia armata: la canna della mitragliatrice è
proprio sulla fronte di May.
Bucky osserva
attentamente la scena: è troppo lontano per salvarla. Ma nota anche un’altra
cosa. La guardia sta sudando freddo, mentre May è concentrata ma calmissima:
-Non voglio
colpirti. Lascia cadere l’arma.
In tutta risposta,
la guardia preme il grilletto. Muovendosi con una velocità impossibile per un
normale essere umano, addirittura prima che l’arma faccia fuoco, Spider-Girl si
scansa per evitare il colpo. Un secondo dopo, la guardia è a terra con un
occhio nero.
-Mai visto nessuno
muoversi a quella velocità, tranne forse la Trottola – si complimenta Bucky,
aggiungendo – Tutto bene?
Spider-Girl si
toglie l’elmetto e sbottona l’uniforme, appoggiandosi con una mano alla parete
e prendendo fiato.
-Normalmente quando
mi sparano ho molto più spazio di manovra...è stato un rischio stupido...
-Ha funzionato, no?
Qualcuno avrà sentito gli spari, tra poco scatterà l’allarme. Meglio darsi una
mossa – la incita Bucky, recuperando le chiavi da una delle guardie ed aprendo
le porte del laboratorio.
La prima reazione di
Bucky è di meraviglia, perché non ricorda di aver mai visto un laboratorio così
avanzato.
Anche Spider-Girl si
meraviglia: dopo aver visto i laboratori di Reed Richards, capisce che anche la
costruzione di una bomba atomica può sembrare un lavoro amatoriale.
Al centro del laboratorio,
accerchiato da strumenti che dovrebbero sfruttarne le energie aliene per
accelerare l’arricchimento dell’uranio, c’è Silver Surfer.
Bucky gli si
avvicina, cercando di capire se sia ancora vivo. Non respira, ma non aveva
notato lo facesse durante il loro incontro precedente.
-Pensi che possano
veramente riuscire a completare la bomba, con questo tizio?
-Non lo so, non sono
una scienziata...ma è troppo pericoloso, chissà come reagirà Surfer quando si riprenderà
dal potere di Ghost. Ed anche se potessero tenerlo sotto controllo, non
possiamo lasciare che completino la bomba!
-Questa parte mi è
ancora poco chiara – ammette Bucky studiando l’attrezzatura per trovare un modo
di liberare l’alieno – Non che fossi un fan di Hitler, ma Zemo come Führer è
anche più pericoloso. Non vedo cosa ci sia di male a fargli esplodere una bomba
in testa.
-Tu non sai cosa può
fare una bomba atomica, Bucky...immagina quello che hai visto fare da Galactus,
rivolto contro una città. Non pensi a tutti gli innocenti che moriranno se
questa bomba sarà sganciata?
-E tu non pensi a
quanti innocenti moriranno se Zemo farà continuare la guerra per altri due o
tre anni?
-Un’ottima domanda,
Bucky – interviene una voce autoritaria.
Spider-Girl cerca di
intrappolare Capitan America con la ragnatela, ma una fiammata riesce a
fonderla prima che raggiunga il bersaglio.
-E pensare che la
testa calda dovrei essere io; si può sapere che vi è successo? – chiede Toro.
Bucky si avvicina a
Capitan America, mentre Toro continua a tenere d’occhio Spider-Girl.
-Spero che tu abbia
una buona spiegazione, Bucky. I rinforzi arriveranno a minuti, e prima di farti
rischiare la corte marziale vorrei sapere perché.
-Usare l’alieno per
costruire la bomba è sbagliato, ed io voglio liberarlo. Non so cosa stiano
facendo realmente, se lo vogliono torturare per estorcere informazioni o usare
il suo potere in qualche modo...ma è sbagliato, Cap, e lo sai anche tu.
-Sono ordini che
provengono direttamente dal Presidente degli Stati Uniti – gli ricorda Capitan
America – Anche a me piace poco quest’idea della bomba, ma non possiamo
ignorare la possibilità di far finire la guerra con anni di anticipo.
-Al costo di
migliaia di morti e di centinaia di migliaia di malati? – incalza Spider-Girl.
-Farò il possibile
perché la bomba sia l’ultima opzione, ragazza. Non posso promettere di più.
-Non è abbastanza –
risponde Spider-Girl, saltando verso Silver Surfer.
Capitan America
lancia lo scudo per colpirla, ma la ragazza lo evita all’ultimo secondo. Una
fiammata emessa da Toro la manca di pochi centimetri, colpendo Silver Surfer e
rimbalzando sulla strumentazione.
Un ultimo,
inaspettato rimbalzo colpisce Toro alla base del collo. Il mutante crolla a
terra; la sua fiamma si spegne e Capitan America non recupera lo scudo.
Silver Surfer apre
gli occhi.
Variante 13118
Palazzo Imperiale
La Valchiria abbatte
il muro della prigione, mentre Kristoff emette un raggio elettromagnetico che
fa volare verso il soffitto tutte le armi delle guardie.
-Dormite – ordina Persuasion, mettendo fine
istantaneamente allo scontro.
-Potevi aspettare
che io facessi qualcosa, prima di usare il tuo potere – si lamenta Sharon
Ventura.
-Cos’è, ti pagano a
scena di battaglia? – replica Persuasion.
Poche decine di
metri più in là, Capitan Marvel è incatenato al muro. Carol lo sorregge dopo
che Sharon lo ha liberato strappando le catene, ma Capitan Marvel non sembra
reagire. E’ ancora vivo, certo, ma qualsiasi droga sia stata usata è
particolarmente potente.
A giudicare da come
Carol si è preoccupata di controllare i suoi segni vitali, e da come lo guarda
mentre gli passa una mano tra i capelli e cerca di risvegliarlo, per tutti i
presenti è immediatamente chiaro che tra i due c’è qualcosa di più di una
semplice amicizia tra chi ha rischiato la vita insieme.
Questi Exiles
temporanei escono dalle segrete, pronti a fuggire anche grazie ai respiratori
che Kristoff ha fornito loro, estratti da chissà quale dimensione tascabile.
All’esterno, nei corridoi
pieni d’acqua di mare, il potere di Persuasion è inutile. La Valchiria e Sharon
Ventura caricano a testa bassa contro l’esercito atlantideo, sbaragliando con
incredibile facilità quello che a prima vista sembrava un esercito invincibile.
Fuori dal Palazzo
Imperiale, però, la storia è diversa. Non ci sono cento atlantidei pronti ad
attaccare, ma centomila. Armati fino ai denti, appoggiati da navicelle
subacquee e bizzarri mostri marini.
-Sono il Ministro
della Guerra Krang – annuncia il comandante di questa forza d’assalto – In nome
del potere conferitomi dall’Imperatore Namor, vi ordino di arrendervi
immediatamente e di rinunciare a qualsiasi tipo di arma in vostro possesso.
-Io sono Kristoff
Vernard. In nome del potere conferitomi dal mio destino, deponente le armi o il
mio emettitore di impulsi metasonici vi farà esplodere il cervello. Avete dieci
secondi per ubbidire.
-Non credo cadranno
nel tuo bluff, Kristoff – sussurra Persuasion.
-Destino non ha
bisogno di bluffare – risponde il ragazzo.
Gli atlantidei fanno
fuoco, ma tutta la loro potenza si ferma diversi metri prima di raggiungere gli
Exiles...di fronte a qualcosa di invisibile.
Subito dopo, un
raggio di energia rossa taglia a metà le navi da guerra, ed un bizzarro veicolo
sembra materializzarsi dal nulla.
-Vendicatori Uniti!
– incita Ciclope, scendendo dalla Fantasticar e sollevando il proprio visore
per scatenare i raggi ottici.
La Ragazza
Invisibile resta a bordo, mentre Thor inizia a roteare il martello per generare
un vortice sottomarino e Miss Marvel vola verso gli Exiles.
Si ferma di fronte
alla vista della sua sosia temporale sorreggere il corpo privo di sensi di
Capitan Marvel. Le due donne si fissano per qualche secondo, per poi dire la
stessa cosa:
-E’ una lunga
storia.
Namor ha osservato
tutta la scena da lontano, decidendo di non intervenire. Ha dovuto spedire Fen
a cercare di catturare Hulk perché non rovinasse i suoi piani...e sta
rischiando moltissimo, con Destino così vicino. Se scoprisse la spia impiantata
in Capitan Marvel...
Ma quello non è
Destino, si ripete. Se giocherà bene le sue carte potrà finalmente sbarazzarsi
dei Vendicatori, togliendo al mondo il più grande simbolo della Resistenza
Umana. Se solo tra di loro non ci fosse Susan...dov’è Marrina, quando ha
bisogno di lei?
Variante 7112
Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico
10 Agosto 1943
Capitan America è
disarmato di fronte a Bucky, mentre Silver Surfer trasmuta la propria gabbia in
energia e cammina liberamente nel laboratorio.
-Dov’è il mio
signore Galactus? – sono le sue prime parole.
-Lascia questo
pianeta e non tornare; stiamo già facendo abbastanza da soli, per rovinarlo –
gli risponde Capitan America.
Il semidio cosmico e
la Sentinella della Libertà si fissano negli occhi per qualche secondo, e la
forza di volontà di quest’ultimo sembra vincere: Silver Surfer salta a bordo
della propria asse, apparsa come per magia, e vola passando intangibile
attraverso il soffitto.
-Wow, è stato più
facile del previsto – ammette Spider-Girl.
-Non so se la bomba
sia eticamente giusta o meno, ma il pericolo che quell’alieno cadesse nelle
mani sbagliate era troppo alto – spiega Capitan America – Così come la
conoscenza del futuro, che sia veramente il nostro oppure meno. Anche tu
dovresti sparire, ragazza.
-Non possiamo
lasciarla sola adesso, Cap; se non avesse provato a salvarmi la vita, sarebbe
tornata a casa con i suoi compagni di squadra.
-Sono d’accordo. Ma
dovrò tornare a combattere in Europa già domani, quindi...spiegherò ai miei
superiori che io e Toro siamo stati sopraffatti dall’alieno e dalla ragazza, e
che tu la stai inseguendo.
-Grazie, Cap. Farà
più male a me che a te – si scusa Bucky, colpendo Capitan America con un pugno
alla mascella.
Variante 1962
Base dell’Alleanza del Destino
Malefactor e la
Dottoressa Destino passano attraverso il portale interdimensionale, ed una
lunghissima schiera di Sentinelle si mettono sull’attenti per salutare il loro
arrivo.
Una strana figura
esce dal pavimento, costruendo circuito dopo circuito una copia tecnorganica
del Dottor Destino.
-Malefactor, non
credo tu abbia ancora incontrato personalmente il nostro organizzatore...il
Victor Von Doom della Variante 752.
Il giovane si
avvicina all’essere semi-artificiale, analizzandolo con un misto di curiosità
scientifica e sdegno.
-La tecnologia
sembra familiare. Sei stato infettato dalla Phalanx?
-Ho conquistato la Phalanx. Alcuni membri dell’alleanza mi chiamano
Spartano, ma per te sono Destino. Avete identificato l’attuale posizione del
Nullificatore Assoluto o del Sognatore del Tempo?
-Ancora nessuna
traccia – è costretta ad ammettere la Dottoressa – Tuttavia, abbiamo
identificato la posizione di alcuni Exile. Quali sono gli ordini?
-Sarà Destino stesso
a comunicarveli – risponde Spartano, muovendosi lungo l’immenso corridoio.
Malefactor si
avvicina all’alleata, sussurrando:
-Sta parlando di sé
in terza persona o di un qualche altro Destino?
-Da queste parti,
non è semplice capirlo – risponde la donna, seguendo Spartano.
Pur seguendo gli
alleati, Malefactor non può fare a meno di analizzare con cura questo luogo.
Non sembra essere particolarmente ben difeso, per essere la base di operazioni
di un’organizzazione così ambiziosa.
-Avete parecchi
Doombot a disposizione – fa notare a Spartano: ne ha contati almeno duecento
soltanto tra le guardie.
-Quelli non sono robot, sono Destino. Tutti gli esseri viventi in questa
base sono Victor Von Doom.
-Sai, faccio ancora
fatica a crederci....il Destino della mia linea temporale, mio padre, non si
sarebbe mai lasciato comandare da nessuno. Chi è questo misterioso boss?
-Victor Von Doom.
-C’ero arrivato
anch’io! Ma di quale linea temporale? E cos’ha di tanto speciale, per dare
ordini a tutti gli altri?
Spartano non
risponde subito. Pochi secondi dopo i tre Destino hanno raggiunto una finestra;
Spartano indica qualcosa nel cielo stellato.
-Eccolo. Il Destino Supremo, capo di questa Alleanza.
-Non vedo niente –
ammette Malefactor.
A rispondere è una
voce tonante che proviene da ogni direzione:
-La nostra ultima
recluta non è molto perspicace. Ma non è Victor Von Doom, quindi è
comprensibile. Io sono Destino, semidio, ma uomini e donne di questa dimensione
mi chiamano in modo diverso.
Le stelle iniziano a
muoversi. Rapidamente, come migliaia di piccole lucciole...ma Malefactor sa che
questi non sono insetti. Resta a bocca aperta mentre qualcosa, o meglio
qualcuno sposta interi sistemi stellari perché le costellazioni mostrino
un’immagine. L’immagine del Dottor Destino.
-Per l’Alleanza, sono
il Destino Supremo. Per questo universo...io sono DIO.
CONTINUA !!!